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- La fase Francese (1636-1648)
493,95 kr. LA GUERRA DEI TRENT'ANNI 1618-1648IL PRIMO GRANDE CONFLITTO EUROPEOCon il termine Guerra dei Trent'anni vengono definiti tutti quei conflitti combattuti tra il 1618 e il 1648, in cui furono coinvolte tutte le maggiori potenze dell'Europa continentale.Gli scontri, maturati da fattori religiosi e politici, ebbero inizio fra i seguaci tedeschi della Riforma protestante contro i loro connazionali cattolici, entrambi appoggiati da potenze e fazioni esterne. Subito dopo la prima fase boema iniziata con una rivolta religiosa che avrebbe potuto facilmente venire isolata,la guerra travolse nella lotta, in modi diversi, quasi tutti gli stati europei.Al conflitto iniziale si aggiunsero quindi rivalità dinastiche, la determinazione di molti principi tedeschi di liberarsi dal potere imperiale e l'opposizione di alcune potenze europee (soprattutto Svezia e Francia) al predominio imperiale degli Asburgo.La guerra, che fu una tra le più distruttive della storia europea e mondiale, viene tradizionalmente suddivisa in quattro fasi: la boemo-palatina-tedesca (1618-1625); la fase danese-olandese (1625-1629); la fase svedese (16301635) ed infine la fase francese (1635-1648).Questo scontro fu una catastrofe che gettò gran parte dell'Europa in un abisso di crudeltà, immani disastri e di barbarie. Tuttavia, benché gli stati scandinavi, Francia e Inghilterra, l'Italia e i Paesi Bassi rappresentassero una parte pur consistente nella tragedia, principale teatro della guerra fu quasi sempre l'impero, rappresentato in gran parte dalla attuale Germania, e primi a soffrirne furono per l'appunto il popolo tedesco e quello boemo.Il conflitto aggiunse una grave depressione sociale ad una drastica crisi economica, producendo devastazioni feroci di cui la storia offre pochi esempi. Le popolazioni rurali, i contadini e tutti i cittadini dell'impero tedesco subirono il peggio: saccheggi, carestia, fame, persino cannibalismo.Interi villaggi scomparvero e intere popolazioni sterminate (famoso fra tutti il famigerato sacco di Magdeburgo).La Germania, che agli inizi del secolo era in primo piano nella civiltà europea, alla fine della guerra si ritrovò priva di letteratura e di arte, nella bancarotta più profonda, con un paese insomma che ricominciava da zero, richiamando in ciò il titolo del famoso film di Roberto Rossellini, "Germania anno zero" anch'esso ambientato alla fine di un'altra disastrosa guerra che coinvolse il popolo tedesco quasi tre secoli dopo.
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- La fase Svedese (1630-1635)
493,95 kr. LA GUERRA DEI TRENT'ANNI 1618-1648 IL PRIMO GRANDE CONFLITTO EUROPEO Con il termine Guerra dei Trent'anni vengono definiti tutti quei conflitti combattuti tra il 1618 e il 1648, in cui furono coinvolte tutte le maggiori potenze dell'Europa continentale. Gli scontri, maturati da fattori religiosi e politici, ebbero inizio fra i seguaci tedeschi della Riforma protestante contro i loro connazionali cattolici, entrambi appoggiati da potenze e fazioni esterne. Subito dopo la prima fase boema iniziata con una rivolta religiosa che avrebbe potuto facilmente venire isolata,la guerra travolse nella lotta, in modi diversi, quasi tutti gli stati europei. Al conflitto iniziale si aggiunsero quindi rivalità dinastiche, la determinazione di molti principi tedeschi di liberarsi dal potere imperiale e l'opposizione di alcune potenze europee (soprattutto Svezia e Francia) al predominio imperiale degli Asburgo. La guerra, che fu una tra le più distruttive della storia europea e mondiale, viene tradizionalmente suddivisa in quattro fasi: la boemo-palatina-tedesca (1618-1625); la fase danese-olandese (1625-1629); la fase svedese (16301635) ed infine la fase francese (1635-1648). Questo scontro fu una catastrofe che gettò gran parte dell'Europa in un abisso di crudeltà, immani disastri e di barbarie. Tuttavia, benché gli stati scandinavi, Francia e Inghilterra, l'Italia e i Paesi Bassi rappresentassero una parte pur consistente nella tragedia, principale teatro della guerra fu quasi sempre l'impero, rappresentato in gran parte dalla attuale Germania, e primi a soffrirne furono per l'appunto il popolo tedesco e quello boemo. Il conflitto aggiunse una grave depressione sociale ad una drastica crisi economica, producendo devastazioni feroci di cui la storia offre pochi esempi. Le popolazioni rurali, i contadini e tutti i cittadini dell'impero tedesco subirono il peggio: saccheggi, carestia, fame, persino cannibalismo. Interi villaggi scomparvero e intere popolazioni sterminate (famoso fra tutti il famigerato sacco di Magdeburgo). La Germania, che agli inizi del secolo era in primo piano nella civiltà europea, alla fine della guerra si ritrovò priva di letteratura e di arte, nella bancarotta più profonda, con un paese insomma che ricominciava da zero, richiamando in ciò il titolo del famoso film di Roberto Rossellini, "Germania anno zero" anch'esso ambientato alla fine di un'altra disastrosa guerra che coinvolse il popolo tedesco quasi tre secoli dopo.
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- La fase danese-olndese (1625-1629)
493,95 kr. LA GUERRA DEI TRENT'ANNI 1618-1648IL PRIMO GRANDE CONFLITTO EUROPEOCon il termine Guerra dei Trent'anni vengono definiti tutti quei conflitti combattuti tra il 1618 e il 1648, in cui furono coinvolte tutte le maggiori potenze dell'Europa continentale.Gli scontri, maturati da fattori religiosi e politici, ebbero inizio fra i seguaci tedeschi della Riforma protestante contro i loro connazionali cattolici, entrambi appoggiati da potenze e fazioni esterne. Subito dopo la prima fase boema iniziata con una rivolta religiosa che avrebbe potuto facilmente venire isolata,la guerra travolse nella lotta, in modi diversi, quasi tutti gli stati europei.Al conflitto iniziale si aggiunsero quindi rivalità dinastiche, la determinazione di molti principi tedeschi di liberarsi dal potere imperiale e l'opposizione di alcune potenze europee (soprattutto Svezia e Francia) al predominio imperiale degli Asburgo.La guerra, che fu una tra le più distruttive della storia europea e mondiale, viene tradizionalmente suddivisa in quattro fasi: la boemo-palatina-tedesca (1618-1625); la fase danese-olandese (1625-1629); la fase svedese (16301635) ed infine la fase francese (1635-1648).Questo scontro fu una catastrofe che gettò gran parte dell'Europa in un abisso di crudeltà, immani disastri e di barbarie. Tuttavia, benché gli stati scandinavi, Francia e Inghilterra, l'Italia e i Paesi Bassi rappresentassero una parte pur consistente nella tragedia, principale teatro della guerra fu quasi sempre l'impero, rappresentato in gran parte dalla attuale Germania, e primi a soffrirne furono per l'appunto il popolo tedesco e quello boemo.Il conflitto aggiunse una grave depressione sociale ad una drastica crisi economica, producendo devastazioni feroci di cui la storia offre pochi esempi. Le popolazioni rurali, i contadini e tutti i cittadini dell'impero tedesco subirono il peggio: saccheggi, carestia, fame, persino cannibalismo.Interi villaggi scomparvero e intere popolazioni sterminate (famoso fra tutti il famigerato sacco di Magdeburgo).La Germania, che agli inizi del secolo era in primo piano nella civiltà europea, alla fine della guerra si ritrovò priva di letteratura e di arte, nella bancarotta più profonda, con un paese insomma che ricominciava da zero, richiamando in ciò il titolo del famoso film di Roberto Rossellini, "Germania anno zero" anch'esso ambientato alla fine di un'altra disastrosa guerra che coinvolse il popolo tedesco quasi tre secoli dopo.
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- Gli antefatti e la fase palatino boema
493,95 kr. LA GUERRA DEI TRENT'ANNI 1618-1648IL PRIMO GRANDE CONFLITTO EUROPEOCon il termine Guerra dei Trent'anni vengono definiti tutti quei conflitti combattuti tra il 1618 e il 1648, in cui furono coinvolte tutte le maggiori potenze dell'Europa continentale.Gli scontri, maturati da fattori religiosi e politici, ebbero inizio fra i seguaci tedeschi della Riforma protestante contro i loro connazionali cattolici, entrambi appoggiati da potenze e fazioni esterne. Subito dopo la prima fase boema iniziata con una rivolta religiosa che avrebbe potuto facilmente venire isolata,la guerra travolse nella lotta, in modi diversi, quasi tutti gli stati europei.Al conflitto iniziale si aggiunsero quindi rivalità dinastiche, la determinazione di molti principi tedeschi di liberarsi dal potere imperiale e l'opposizione di alcune potenze europee (soprattutto Svezia e Francia) al predominio imperiale degli Asburgo.La guerra, che fu una tra le più distruttive della storia europea e mondiale, viene tradizionalmente suddivisa in quattro fasi: la boemo-palatina-tedesca (1618-1625); la fase danese-olandese (1625-1629); la fase svedese (16301635) ed infine la fase francese (1635-1648).Questo scontro fu una catastrofe che gettò gran parte dell'Europa in un abisso di crudeltà, immani disastri e di barbarie. Tuttavia, benché gli stati scandinavi, Francia e Inghilterra, l'Italia e i Paesi Bassi rappresentassero una parte pur consistente nella tragedia, principale teatro della guerra fu quasi sempre l'impero, rappresentato in gran parte dalla attuale Germania, e primi a soffrirne furono per l'appunto il popolo tedesco e quello boemo.Il conflitto aggiunse una grave depressione sociale ad una drastica crisi economica, producendo devastazioni feroci di cui la storia offre pochi esempi. Le popolazioni rurali, i contadini e tutti i cittadini dell'impero tedesco subirono il peggio: saccheggi, carestia, fame, persino cannibalismo.Interi villaggi scomparvero e intere popolazioni sterminate (famoso fra tutti il famigerato sacco di Magdeburgo).La Germania, che agli inizi del secolo era in primo piano nella civiltà europea, alla fine della guerra si ritrovò priva di letteratura e di arte, nella bancarotta più profonda, con un paese insomma che ricominciava da zero, richiamando in ciò il titolo del famoso film di Roberto Rossellini, "Germania anno zero" anch'esso ambientato alla fine di un'altra disastrosa guerra che coinvolse il popolo tedesco quasi tre secoli dopo.
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- K.K.Oesterreichischen Armee
398,95 kr. The Imperial and Royal or Imperial Austrian Army (German: Kaiserlich-königliche Armee, abbreviation "K.K. Armee") was the armed force of the Holy Roman Empire under its last monarch, the Habsburg Emperor Francis II, although in reality, it was nearly all composed of the Habsburg army. When the Holy Roman Empire was dissolved in 1806, it assumed its title of the Army of the Austrian Empire under the same monarch, now known as Emperor Francis I of Austria.The ancient name of "Imperial-Royal Army" was used from 1745, as "Royal" referred to the Apostolic Kingdom of Hungary, which was not part of the Holy Roman Empire, but under Habsburg rule. The key feature of the army of the Austrian Empire during the Revolutionary and Napoleonic Wars (1792-1815) was that, due to the multi-national nature of the territories, regiments were split into German units (which included Czech-troops recruited from Bohemia, Moravia and Silesia, Polish and Ukrainian units recruited from the territory of Galicia, Flemings and Walloons territory of the former Austrian Netherlands, and Italians) and Hungarian units (which included troops from Croatia and Transylvania).
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- 398,95 kr.
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- 1942-1943
368,95 kr. Nell¿estate del 1942, le forze tedesche ritornarono ad attaccare sul fronte dell¿Est, questa voltaconcentrandosi esclusivamente nel settore meridionale, con l¿obiettivo di conquistare Stalingrado eil Caucaso. La scelta di attaccare in quella regione, fu dettata soprattutto dall¿esigenza di prendereil controllo dei ricchi giacimenti petroliferi del Caucaso, per poter avere riserve di carburantesufficienti per combattere una guerra, diventata ormai mondiale. La divisione Wiking, dopo esserestata impegnata nella riconquista di Rostov, penetrò profondamente nelle regioni caucasiche,superando i numerosi corsi d¿acqua che attraversavano quelle terre, affrontando mille insidie emille combattimenti, contro un nemico sempre più agguerrito, coriaceo e soprattutto inafferrabile.Nel corso di questa nuova campagna, mancarono infatti le grandi manovre di annientamento delleforze sovietiche, che avevano caratterizzato la campagna estiva del 1941. Questa volta, i comandi ei soldati sovietici impararono a ripiegare e a raggruppare le loro forze per poi lanciare ferocicontrattacchi, unendo al coraggio anche l¿astuzia. Malgrado tutto, i reparti SS riuscirono adarrivare fino alle lontane regioni asiatiche, minacciando di giungere fino alle coste del Mar Caspio.Le condizioni del terreno, la forte resistenza del nemico, i problemi logistici e le pesanti perdite,frenarono le sue ambizioni e quelle di tutte le forze tedesche. Con l¿aggravarsi della situazione sulfronte di Stalingrado, le forze tedesche nel Caucaso, furono costrette a ripiegare rapidamente perevitare di finire intrappolate a loro volta e fu proprio la stoica resistenza dei reparti tedeschi di vonPaulus, a salvarle, dandogli il tempo di ritirarsi verso nord e ritornare sulle posizioni occupatel¿anno precedente. La divisione Wiking fu impegnata in una terribile ritirata d¿inverno,caratterizzata da durissimi combattimenti contro il nemico e contro il freddo glaciale, lamentandoulteriori pesanti perdite, riuscendo a ritirare i superstiti di quella terribile avventura oltre il fiumeMius. Come per tutti gli altri numeri di Fronti di Guerra, la cronologia degli eventi è raccontataattraverso le testimonianze dei diretti protagonisti, i rapporti di guerra del periodo, i documentioriginali, il tutto accompagnato come sempre da un eccezionale corredo iconografico, mappe,documenti e immagini, provenienti dagli archivi militari di tutto il mondo e dalle principalicollezioni private, per rendere ancora più avvincente la trattazione degli argomenti. Sperando diaver realizzato un buon lavoro, colgo l¿occasione per ringraziare tutti gli amici e i collaboratori chehanno contribuito alla realizzazione di questo nuovo numero di Fronti di Guerra e invito tutti asegnalare eventuali aggiunte o correzioni.
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- L'SS panzer-korps all'attacco luglio 1943
278,95 kr. A settantacinque anni esatti dalla battaglia di Kursk, forse il più grande scontro di mezzi corazzatidi tutta la storia, abbiamo voluto ricordare l¿evento, con questa nuova pubblicazione, dando ampiospazio soprattutto alle foto dell¿epoca, per poter rivivere quasi da vicino quei tragici e terribilieventi, quasi ¿toccare¿ con mano il campo di battaglia, attraverso gli scatti dei corrispondenti diguerra tedeschi, al seguito dei reparti SS: Max Büschel, Cantzler, Grönert, King, FriedrichZschäckel e tanti altri. Foto di uomini, armi e mezzi, ripresi sul campo di battaglia, prima, durantee dopo gli scontri, durante i rari momenti di pausa, ¿bloccati¿ per sempre sulla pellicola fotografica,vere e proprie testimonianze di storia militare. Una eccezionale documentazione fotografica, chesperiamo potrà essere utile agli storici, agli studiosi di militaria e agli stessi appassionati dimodellismo, che potranno attingere nuove idee per i loro figurini, modelli e diorami. Alcune fotosono già conosciute, ma noi ci siamo sforzati di inserire laddove è stato possibile anche del nuovomateriale, sicuramente inedito, proveniente dai principali archivi pubblici e privati, per riuscire aoffrire ai nostri lettori un prodotto editoriale veramente nuovo. Così come, per evitare inutiliripetizioni di testi già scritti sulla battaglia nei nostri precedenti articoli e libri, abbiamo analizzatoil corso delle operazioni militari soprattutto dal punto di vista della divisione Das Reich, attingendole informazioni direttamente dai diari di guerra tedeschi e dal monumentale lavoro di OttoWeidinger sulla stessa divisione. Nel testo, non mancano però riferimenti sull¿impiego delle altreformazioni dell¿SS¿Panzer¿Korps, i cui reparti agirono sempre in stretta collaborazione nel corsodell¿offensiva. Sperando di aver fatto come sempre un buon lavoro, colgo l¿occasione per ringraziaretutti gli amici e i collaboratori che hanno contribuito alla realizzazione di questo libro.
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- 278,95 kr.
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128,95 kr. Stella Mattutina, del 1921 è nei fatti un romanzo-autobiografico della stessa Autrice. Pieno zeppa di ricordi, basati principalmente sui dialoghi con la madre. La Negri passò l'infanzia nella portineria del palazzo dove la nonna, Peppina Panni, lavorava come custode presso la nobile famiglia Barni, legata un tempo al celebre mezzosoprano Giuditta Grisi, fino alla morte della quale era stata governante la nonna Peppina.Sul rapporto tra la Grisi e la sua famiglia, Ada costruirà il mito della propria infanzia. Anche se nei fatti un vero rapporto non vi fu mai e Ada che passava molto tempo sola nei locali della portineria, osserva per lo più il via vai di questa élite di persone da una certa distanza.Quindi Dinin la protagonista altri non è che Ada. Dinin che esplora il mondo con il visibile, ama anche con l'invisibile, in chiave spesso quasi onirica e trasfigurata.Affascinanti le immagini "botaniche" che ben rimandano a quegli anni di art noveau, fatti di atmosfere idilliache e profumi immaginari che tanto sarebbero piaciuti a Matisse e Monet. Ma il contenuto non è solo estetico ed estatico, Ada Negri passa presto a raccontare anche difficoltà e miserie, soprusi e drammi sociali, travalicando con abilità e arte l'esperienza autobiografica, per assumere un valore sociale universale. Tutti particolari e prerogative che rendono questo romanzo del primo novecento assai moderno e storiografico.Quando uscì, nel 1921, "Stella mattutina" ebbe un successo enorme che consolidò una volta di più la sua autrice. Piacque per la sua adesione al genere autobiografico che la individuava tipicamente, e piacque anche lo sforzo dell'autrice di illustrare con coraggio la situazione femminile di quegli anni in Italia.
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128,95 kr. In piena bagarre futurista, l'ideologo, il mentore il "capo" del movimento Filippo Tommaso Marinetti venne formalmente accusato di oltraggio al pudore a causa del suo testo "Mafarka il Futurista". Marinetti, in sua difesa chiese aiuto a tutta quella pletora di amici e discepoli che allora lo circondavano e lo veneravano. Egli per l'occasione mobilitò alcuni dei più celebri avvocati milanesi del tempo che lo seguissero durante il processo, che ebbe luogo nell'ottobre del 1910 davanti a un folto pubblico di letterati, artisti, giornalisti e studenti oltre a tutti i nomi più noti degli esponenti del movimento futurista: Boccioni, Balla, Russolo, Carrà, Sant'elia, Ciacelli e molti altri. Marinetti per rafforzare la difesa della sua posizione fece ricorso anche alla perizia 'tecnica' di un suo grande amico e grande letterato italiano, Luigi Capuana, che si espresse con toni sinceramente entusiasti nei confronti dell'opera ("è precisamente il poema, non il romanzo, della conquista del pieno possesso della libertà spirituale dell'individuo").L'accusa di oscenità a carico del Marinetti verteva soprattutto sui primi due capitoli del suo scritto, e per l'esattezza l'episodio dello "stupro delle negre" e il gigantesco membro virile di dieci metri sfoggiato da Mafarka nel secondo episodio. Il processo alla fine si concluse con l'assoluzione, e fu in pratica una solenne occasione per pubblicizzare il futurismo attraverso un grande e chiassoso happening pubblico...La nostra edizione è abbellita e impreziosita con diverse tavole artistiche di vari artisti e protagonisti del futurismo: Boccioni , Russolo e lo stesso Marinetti!
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133,95 kr. Emilio De Marchi (1851 - 1901) per me è in primo luogo un ricordo: un nome su un cartello. Era la strada dove abitavo nella mia prima infanzia. Un giorno mi venne in mente di chiedere chi fosse quel signore, mi incuriosiva sapere la ragione di quella dedica. "E' uno scrittore, milanese". Una risposta che mi fece doppiamente piacere, non solo per la simpatia che coltivavo già allora, alunno elementare, nei confronti degli inventori di storie, ma anche per il senso d'appartenenza: De Marchi era un personaggio locale, che magari aveva camminato per le stesse strade di Milano dove ogni tanto si andava a fare le passeggiate con i nonni....Chi però ha la fortuna di arrivare direttamente all'opera di De Marchi non resta deluso: davanti a sé non trova certo un modesto anello di congiunzione tra generi e correnti, e neanche uno scrittore solipsista che rimesta in pentola i suoi bigi ragionamenti di cose andate, bensì un autore completo che sa guardare al mondo che lo circonda con l'attenzione di un cronista indagatore di caratteri e interiorità umane... De Marchi si occupa di impiegati frustrati e irosi avvocati, nobili di scarso calibro e pochi averi, ecclesiastici di terz'ordine e vedove afflitte dalla precarietà economica e sentimentale, vecchi militari arrugginiti e piccoli imprenditori in bilico sulla corda... Del resto in quegli anni si era fatta l'Italia e, come osservava Massimo D'Azeglio, occorreva fare gli italiani. De Marchi, letterato e patriota senza sfoggio, scrivendo dei suoi piccoli uomini alle prese con le grandi prove della vita sembra rispondergli con un sorriso a fior di labbra: obbedisco!
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- Una biografia militare
368,95 kr. Uno studio obiettivo della conduzione della guerra da parte di Cadorna porta alla smentita di tanti luoghi comuni spacciati per verità storiche: si scoprirà che l'esercito italiano, unico esercito alleato costantemente all'offensiva dall'inizio della guerra, fu quello che fece le maggiori conquiste territoriali, che le perdite italiane furono inferiori a quelle francesi ed inglesi, che le fucilazioni e gli atti d'indisciplina nell'esercito italiano furono molti meno di quelli avvenuti in Francia, che gli italiani nel 1917 avevano superato tecnicamente l'avversario, cui erano inferiori nel 1915, che Cadorna fu l'unico generale alleato a ragionare in termini di guerra di coalizione e non di guerra parallela. Sotto Cadorna l'esercito italiano inquadrò circa tre milioni di uomini, quanti mai né prima né dopo, e combatté le più grandi e sanguinose battaglie della propria storia arrivando ad essere una macchina militare mastodontica, lenta e possente, capace di rialzarsi senza l'aiuto alleato e vincere una guerra, dopo aver subito una catastrofica disfatta. Viene analizzata approfonditamente la battaglia di Caporetto ed la ritirata al Piave, e sono integralmente riportati gli ordini del 18 settembre e del 10 ottobre 1917 dati ai Comandanti d'Armata alla vigilia di Caporetto, che smentiscono definitivamente la leggenda di un Cadorna sorpreso dagli avvenimenti e incredulo circa l'offensiva nemica: ordini che, se eseguiti, avrebbero cambiato le sorti della battaglia; è poi riportato anche lo studio fatto preparare da Cadorna già nel giugno 1917 sul'eventuale ripiegamento al Piave, che il Generalissimo applicò dopo Caporetto, salvando l'esercito e vincendo la battaglia d'arresto. Anche la figura dello spietato macellaio, del fautore di una disciplina crudele ed ottusa tanto cara alla storiografia progressista viene ridimensionata sulla base della corrispondenza con il governo, riportata in appendice. In questo lavoro la figura di Cadorna è vista come appare dai documenti d'archivio, dalla corrispondenza privata, dai giudizi di amici ed avversari, per restituirne un ritratto imparziale basato su una documentazione spesso inedita, che cerca di ristabilire la verità al di là di apologie e denigrazioni.
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- Con il battaglione Valanga della Decima MAS
368,95 kr. In questo libro, lo «Sprecato» Raffaele La Serra, classe 1920 e Volontario di Guerra, ci racconta la sua storia, che è stata poi la storia di tanti soldati italiani, in modo vivo e spesso ironico, narrando la sua esperienza di guerra tra i Bersaglieri della Divisione Ariete nelle battaglie di corazzati in Nord Africa nel 1941, quindi nel rinato XXXI Battaglione Guastatori in Italia e dopo l'8 settembre 1943 nel Battaglione Guastatori Alpini Valanga della Decima Flottiglia MAS, coinvolto nelle operazioni di controguerriglia e di difesa del confine orientale dell'Italia nel 1944-1945, distinguendosi nei duri scontri contro il IX Corpus di Tito nella Valle dell'Isonzo e a Tarnova.In appendice, oltre alle fotografie di proprietà dell'autore, sono presentate numerose rare foto dell'archivio del ricercatore Riccardo Maculan e di veterani del Battaglione Valanga.
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158,95 kr. Hi everybody, our magazine is getting more and more interesting, but we still need your collaboration to continue to grow and above all, to continue to improve our contents. In order to do this it is necessary that you send us your positive or negative comments, about our articles. Knowing what really matters to our readers is essential to advance and better guide our historical research. In each new issue we always try to tackle different and varied subjects, to try to please everyone. We have already received some feedback and we are trying to widen the topics covered in our magazine to all the Axis nations and to all foreign volunteer units, trying to deal with unpublished topics and subjects that have not yet been adequately covered by official historiography. In this new issue, we start with an article dedicated to Norwegian Volunteer Legion, we continue with a biography of Ernst Barkmann, a soldier in the Das Reich division and the first part of the article about the Barbarigo Battalion on the Anzio front. You will find a research article by Mark Rikmenspoel relating to the Waffen SS Kriegsberichter. Then we report the employment of the Götz von Berlichingen Waffen SS division on the Carentan front, in the summer of 1944, the third part of the work on the Hungarian armored units on the Eastern front and finally the second part of photographic reportage dedicated to the SS-Hauptsturmführer Hans-Jörg Hartmann. Happy reading to everyone and see you in the next issue.
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- Venetian army and fortress in XVI and XVII centuries
368,95 kr. Correva l'Anno del Signore 1590. Così scriveva un soddisfatto e pago Alvise Grimani, l'allora comandante veneto della piazza di Bergamo, al termine dei lavori di realizzazione degli oltre cinque chilometri di mura porte e bastioni : "La città è tutta serrata con baluardi e i suoi membri quasi tutti terrapienati, compite le piazze, i parapetti e le traverse per coprirsi dalle vicine colline e la fortezza col circuito di tre miglia è¿ bellissima". Bergamo, lo possiamo affermare senza tema di smentita, è una bellissima città ; essa vanta un notevole numero di vestigia, monumenti, curiosità ecc. Tuttavia ciò che la rende universalmente nota e unica à¿ certamente il suo fantastico skiline. Un'ideale scenografia in cui si specchia una città lussuosamente piazzata su ameni colli, abbracciata da quella favolosa corona che sono le sue mura venete, a loro volta impreziosite da una splendida cortina di alberi tutt'attorno. In questo libro tuttavia, si racconta anche della Bergamo esistente prima delle mura rinascimentali. Quando a far da anello protettivo alla città orobica, ci pensavano le fortificazioni romane prima e quelle medievali poi.
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- e le unita ebraiche nell'esercito britannico durante la 2a guerra mondiale
368,95 kr. 2a edizione aggiornata e ingrandita. Durante la seconda guerra mondiale, non meno di 35.000 ebrei provenienti dalla Palestina, allora sotto mandato inglese, servirono nell'esercito britannico come volontari. Verso la fine della guerra, nel settembre 1944, venne creata una Brigata Ebraica combattente, che servi' sul fronte italiano. Intanto volontari ebrei provenienti dalla Palestina Mandataria servivano nelle piu' disparate unita' dell'esercito inglese, in corpi non combattenti come i pionieri (Army Pioneer Corps), trasporti (Royal Army Service Corps), genio (Royal Engineers), ed in unita' combattenti come l'artiglieria (Royal Artillery), aviazione (Royal Air Force), e marina (Royal Navy), e naturalmente la sanita' (Royal Army Medical Corps). Non meno di 3500 donne servirono come ausiliarie nel ATS (Auxiliary Territorial Service) in vari compiti. I volontari ebrei della Palestina furono presenti in tutti i teatri bellici in cui combatte' l'esercito britannico, dalla Francia nel 1940, Grecia e Creta nel 1941, i deserti dell'Egitto e della Cirenaica dal 1940 fino al 1943, Etiopia nel 1941, Sicilia ed Italia dal 1943 al 1945. Vari dottori si trovarono ad operare in India, ed alcuni piloti volarono missioni di combattimento contro i Giapponesi in Birmania. Inoltre vennero create varie unita' speciali, tra cui il Commando 51, lo Special Interrogation Group (SIG), che agiva oltre le linee dell'Afrika Korps, e vari paracadutisti agirono per conto dello Special Operation Executive nei Balcani, in Italia, e in vari paesi del centro Europa. Questa e' la loro storia.
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- Le battaglie dei carristi della centauro, dell'Ariete e della Littorio, 1940-1943
368,95 kr. Molti sono i libri che analizzano le caratteristiche tecniche dei mezzi corazzati italiani nella seconda guerra mondiale, ma pochi quelli che presentano in dettaglio gli uomini e le battaglie dell'arma corazzata italiana come questo libro: Dino Campini, già comandante il IV Btg. Carri M del 133° Rgt. Corazzato, dà un quadro vivido e storicamente accurato dei combattimenti delle unità carriste italiane in Abissinia, Spagna, Francia, Balcani, Libia, Egitto e Tunisia, ricostruendo gli scontri minori e le grandi battaglie alternando abilmente le relazioni ed i diari di guerra ufficiali e le testimonianze e i ricordi dei protagonisti, dai comandanti ai semplici carristi
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- Savoia, Spagna e Austria: Parte I L'Esercito Sabaudo nel 1718-1720 e la Guerra per la difesa della Sicilia
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